Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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USI,COSTUMI E PREGIUDIZI DEL POPOLO DI ROMA

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Zanazzo, Giggi 50 occorrenze

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Gira con la sua caldaia colma di castagne e grida: — So’ ccalle che bbùlleno!

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Andava con la sua ruota, si soffermava ogni breve tratto, e con voce squillante gridava: — Arrotinoo, signori!

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Anche questa figura scomparsa totalmente, andava in giro, offrendo la sua merce al grido di: — Anticaje e ppietrèlle!

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Reca la sua merce in un canestro o sopra un carrettino a mano, e grida: — Un ber cùcchimo, donnee!

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Va anch’esso per le strade, con la sua merce affastellata sopra un carrettino, e l’offre al grido: — Er pilaro donnee!

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Anche questo giuoco si fa come i due precedenti; soltanto varia in questo, che il giocatore che mandò la sua moneta più distante dal maróne (che in

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Con la sua vocetta acuta è penetrante, grida: — Com’è bbianca ’sta lattuca! — La riccetta, l’indivioletta, la rughettaa! — Come ce ll’ho riccia!

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Per il passato era israelita e per offrire la sua merce si esprimeva così: — Lo sciabbichèllo vivo! — Li sardi da fa aròsto! — Merluzzi e trije! — Er

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Andava attorno la sera, portando la sua merce in una specie di scalda vivande appeso a un braccio, vestiva all’uso dei cuochi, e diceva: — Caldi

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Si mostra per lo più d’inverno, nelle ore pomeridiane. Come il suo collega l’ovaro, entra in tutte le bettole ed offre la sua merce al grido di

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’ quarche abbito o vestiario de li sua. Perchè nun c’è antra cosa facile per attaccasse come er morsarso.

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Il venditore di abacchi, nella stagione autunnale, e di capretti, in primavera, percorreva la città con la sua cavalcatura munita di due grandi ceste

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compare o la commare ner di’ er Crédo, bbisogna che stii bbene attenta a nu’ sbajasse; perchè si sse sbaja, quela póra cratura in vita sua sarà

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tira appresso il suo soldo. Destinato il posto da cui ciascuno scaglierà la sua moneta vicino al ciottolo, si fa l’ordine di successione al tirare. L

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sta dietro a tutti, il quale rimasto diritto, salta uno per uno i compagni, incurvandosi poi anche lui dopo l’ultimo saltato, mentre il primo alla sua

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Passamano è uno scherzo che si fa ad alcuno per trafugargli momentaneamente un oggetto, passandolo ad altra persona, la quale, a sua volta, lo passa

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Espone la sua merce sopra alcune scalette di legno, nei quartieri più popolari, e grida a squarciagola: — Curete pompieri che vva a ffocoo! E sulle

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: — Paro o ddìspero? Alla risposta sua, p. es., di dìspero, apre la mano e conta; se il numero è paro vince lui, se dispero vince il compagno. In questo

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denti quelle due sillabe zzizzì, e ad un’eguale risposta di colui o di colei su cui siede, deve indovinare chi sia. Se indovina, passa la sua benda a

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possessore chiede al compagno: — Lo vôi? — Magara! — Allora vedemo a cchi ttocca. E avvicinando il confetto alla sua bocca, dice: "Bocca mia, poi alla bocca

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), chiamate Lanternoni. Egli per invitare la gente a comperare la sua merce, gridava con voce stentorea: — A ccinque una grossata, dieci una pavolata, venti una

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rimbalzo, va a cadere in terra. Il secondo batte a sua volta; e se il soldo suo va a cadere a una spanna da quello del compagno, vince e se lo prende. Se

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terra), tira la sua noce o il ciotolo, secondo come si è convenuto, e se coglie il mucchio e lo scompone ha vinto e si prende le noci o le ossa di pesche

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a ttera. Allora er Senatore, bbôna grazzia sua, je metteva un piede su la capoccia, oppuramente lo mannava via cor un carcio indove se sentiva mejo

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il suolo, ciascuno fa la sua scommessa sulla faccia che mostrerà dopo caduta, cioè arma o santo. E qui giova avvertire che le vittorie di tutto il

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in sorte, lancia e’ llécco o pallino (un còccio più piccino degli altri), e gli tira subito dietro la sua piastrélla, procurando di accostarsi con essa

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, che ffra ll’antri ce n’era uno, vistito d’abbate, ch’annava sempre a ttrova, quanno nun c’era a ccasa er marito, una commare sua. E je lassava

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paziente, senza abbandonare la sua posizione, chiede: Ce sete? Se è giunto il momento opportuno il secondo capo che dirige il gruppo dei rimpiattati dà

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, mandandolo più lontano che può. Il compagno, a sua volta, si reca per rilevarlo; e, fermatosi al posto dove il trilló è caduto, prendendo di mira il

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(scarpa vecchia e logora) e la passa nascostamente al giocatore vicino, il quale la passa a sua volta al terzo, al quarto, al quinto per poi

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quel tale sta in berlina. Ciascuno gli dice la sua a bassa voce. Uno, per esempio, gli dirà che sta in berlina perchè è cattivo, un altro perchè

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sua Confraternita. Vestiti — scrive il Belli — di una goffa livrea, o dicasi pure divisa, coi colori della compagnia alla quale appartenevano, i

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posarse, disse... Che disse?…" e lanciare alla sua volta il fazzoletto sopra ad un altro compagno, ed aspettare anch’esso che risponda con un proverbio

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pezzòla A cchi nu’ la pijerà Sotto sotto ciannerà" E ciascuno a sua volta deve riprendere il proprio fazzoletto. Chi si scorda di prenderlo, o lo

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sotto casa sua, je piantava er teatrino sotto le su’ finestre, e lo metteva in ridicolo. Diverse vorte è stato in catorbia, per avè’ mmesso in ridicolo

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guardaveno Ognuno prese la sua, E ne rimaseno dua. 36. Son bbattuto e sfraggellato, So’ dde spine coronato: Nun so’ omo e nun so’ Ddio Dite un po’ cchi

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je metteno in pericolo la vita. Apposta è mmejo che in cammera sua ce sii sempre pronto un ber vasétto de matricala, e la partorènte ne deve tiené

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prestito, per quattro o cinque soldi l’uno al giorno, da qualche loro commare che cercava di mettere a profitto la sua fecondità. Aggiungete a tutto questo

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guarillo, è de metteje in mano una chiave femmina. Er lupo manaro, appena s’incaja che je sta ppe’ ppijà’ er male, scappa da casa sua, e ssi ccià mmoje

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traverse delle vie. Le parole di rito erano, a mo’ d’esempio, le seguenti: "Sua Eminenza Reverendissima il Cardinale De Bernis a S. E. la Signora

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pò ccede a gnisuno. La seconna bbevvuta va de jura ar Sótto. Potenno er Sótto dispensà’ le bbevute po ccede la sua a ll’antri, facenno caso però cche

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la bbarba sua. Ariccontanno poi er fatto, dicenno che er tale reggenno l’órmo era arimasto senza bbevuta pò esse che dd’allora sii venuto er detto d

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zzoppiccà’!". Il diavolo zoppo, una volta uscito di casa, si slancia sui giocatori e tenta di rapirli; ma la mamma fa loro scudo della sua persona

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compagni: Tirateme. E quelli posano ciascuno la pallina sul limite, ossia su quel segno stabilito. La conta, a un palmo dalla buca, tira con la sua

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picchio al posto di quello del compagno. Chi non sa prenderlo sulla mano, lo deve trascinare mentre gira con la sua sparacina sino a toccare, o meglio

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sempre de fa’ quarche bbuscarata grossa pe’ fà’ addannà’ quarcuno, e ffasse quattro risate majùscole a la bbarba sua. Va ccon sé, che essenno le

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Tresteverina, una Monticiana, una Regolante, sposava controggenio un giovinotto che in tempo de vita sua nun avesse avuto che ffa’ cco’ la ggiustizzia

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tutte le carozze, e la sua nun se vedeva. Finarmente er su’ cucchiere, ch’era ito a bbeve, se presentò ccome si nun fussi stato fatto suo. Er

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’anima sua va a sprefonnasse in de l’inferno; bbisogna, quanno morimo, che sse famo ariccommannà’ ar beccamorto, che, in der seppellicce, ce cali sotto

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o di altra donna sua amante. Ciufèca: Vino cattivo. Coccolà’: Lusingare, carezzare. Còfeno: Cappello. Còla: Spia. Commare sécca: La Morte. Confettà

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